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Una lettura consigliata: “La via del silenzio” di Andrea Schnoller

Recensione di Daria Venturini

“E’ possibile oggi riorientare la nostra vita, in Occidente come in Oriente, in modo che il sacro, il divino, riappaiano in noi, permettendo quel cambiamento della mente-cuore (…) per divenire luogo di consapevole amorevolezza e di solidale compassione verso l’intero esistente?” – è ciò che si chiede Andrea Schnoller nel suo libro La via del silenzio edito da Appunti di Viaggio.

I richiami alla necessità del silenzio e della meditazione-concentrazione come accesso alla sacralità del mondo arrivano a noi da tempi, luoghi e culture diverse e questo libro delinea l’inizio di un viaggio che parte dal silenzio di una stanza e di una mente-cuore.

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Il viaggiatore dovrà preparasi a un pellegrinaggio che lo porterà, passo dopo passo, fino al punto più profondo di sé dove la parola non sa dire nulla se non per immagini, icone e sensazioni. Il tema di questo libro è dunque quello della meditazione e in particolare della meditazione di consapevolezza e della “preghiera del profondo” che si allontana un po’ dagli aspetti celebrativi della preghiera e, come la meditazione appunto, ha il desiderio di guidare verso un “religioso ascolto” del reale. Quando si ascolta si sta in silenzio ed è proprio dal silenzio che meditazione e preghiera del profondo traggono radici e nutrimento. Essere educati e guidati al silenzio  e al religioso ascolto non ci permette dei risultati rapidi, lampanti e vistosi, ma ci insegna qualcosa che nella società contemporanea si va sempre più perdendo e cioè a vivere il tempo dell’attesa, a disporsi ad ascoltare quello che sta per avvenire, a restare in un silenzio di disponibilità attenta e perseverante.road-sun-rays-path.jpg

Il libro si apre con un “perché meditare e come meditare” restituendoci delle riflessioni interessanti sulle motivazioni di un ritorno significativo a una pratica così antica e radicata e dipingendo un affresco delle differenti scuole e discipline tra Oriente e Occidente. Qui nel paragrafo sulla gratitudine per il dono della vita leggiamo che molte persone si dedicano alla ricerca interiore e coltivano la presenza mentale non sotto la spinta della sofferenza e dell’insoddisfazione ma ispirati da ammirazione e stupore: “la capacità di stupirsi, la gioia di vivere e un profondo senso di gratitudine costituiscono anche oggi per molte persone la motivazione principale della loro dedizione alla vita interiore e alla contemplazione”. Nel cuore del libro padre Schnoller accompagna il lettore nelle pratiche della meditazione della montagna, della consapevolezza del respiro, di un pasto consapevole per arrivare poi alla fine del viaggio dove scrive sullo stile di vita meditativo e sul passaggio “dalla palestra alla vita” dunque la meditazione informale.

Frate Schnoller è una figura dalle mille sfaccettature: ha compiuto studi di giornalismo, è stato a lungo redattore di una rivista, ha frequentato il Centro di Psicologia e Analisi Transazionale di Milano, ha seguito per anni corsi di Yoga e meditazione di C.E.S. Ray di Montagnola, corsi di meditazione cristiana con padre Antonio Gentili e ritiri vipassana con Corrado Pensa, e da molto tempo ormai tiene corsi di meditazione e gruppi di ricerca meditativa nel Santuario dell Madonna del Sasso sopra Locarno dove abita.

Condividiamo le parole che padre  Schnoller prende  in prestito da Bonhoeffer, morto nel 1945 nel Lager di Flossenburg: “il momento della meditazione (…) ci mette soli di fronte alla Parola”, una parola che non è però fine a se stesa ma rimanda all’altro, all’umanità, alla solidarietà verso tutti i fratelli. 

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