Studi e Ricerche

L’outfit giusto? Lo decide la psicologa

Fonte: STILE canale moda della Stampa

Quando la moda è specchio della personalità: uno studio condotto dalla Dott.ssa Maria Beatrice Toro per conto di Cotton Usa, rivela la chiave di lettura dell’abbigliamento al femminile per sentirsi sempre a proprio agio.

Se l’Italia confida nel buongusto di Carla Gozzi quando c’è in ballo la scelta del giusto outfit, al di là del semplice gusto estetico c’è di più. Se vale il detto “l’abito non fa il monaco”, interessanti le considerazioni emerse dall’indagine condotta da Cotton Usa che, con l’aiuto di un’esperta, la Dott.ssa Maria Beatrice Toro, psicologa cognitiva nonché docente universitaria e autrice di numerosi libri, ha interpretato i codici di abbigliamento di ogni donna al fine di tradurre quelle che sono le scelte che, più o meno consapevolmente, si fanno quotidianamente quando si presenta il momento di uscire di casa e consultare il guardaroba come se fosse un oracolo.
Abbiamo affidato alla Dott.ssa l’incarico di capire come vengono decodificati look e accessori da parte di donne di livello sociale e culturale medio-alto per capire quali sono le leve profonde che muovono le loro opinioni e scelte” chiarisce Stephanie Thiers-Ratcliffe, International Marketing Manager di Cotton Usa, il brand che identifica capi di qualità realizzati con cotone americano.
Avere consapevolezza dei messaggi non verbali che trapelano dai codici di abbigliamento – di fatto, una maschera sociale – è fondamentale per sapere cosa stiamo comunicando agli altri” dice la Dott.ssa Toro “e al tempo stesso ci fornisce chiavi di lettura essenziali per capire la personalità di chi ci sta di fronte andando oltre le parole e gli atteggiamenti esplicitati. Si tratta della vestemica, o in altri termini “dimmi come vesti e ti dirò chi sei”.
C’è chi tende a nascondersi coprendosi con strati di abiti e chi invece vuole mettersi in mostra, in maniera eccentrica, costi quel che costi: ogni look si fa veicolo di un messaggio, c’è chi vuole nascondere le proprie fragilità e chi invece vuole esprimere e gridare al mondo intero quella grande confidenza con il proprio aspetto. Anche per l’abbigliamento vale la regola che gli eccessi sono out, la semplicità è la carta vincente che porta a sentirsi a proprio agio in ogni contesto, basta un jeans e un maglione per essere casual, l’importante è sapersi curare in maniera ragionata evitando capi come la tuta: sì alla comodità ma non all’essere trasandata. Come comportarsi dunque per riuscire a combinare eleganza con semplicità, unicità e comodità?
Parola alla Dott.ssa Toro a cui vanno i meriti della check list, una guida rapida ed efficace basata sulla vestemica che suggerisce al popolo del fashion una regola semplicissima, ovvero quella del 1-2-3 del look: l’equilibrio perfetto è reso dalla scelta di un capo protagonista, due colori al massimo e tre accessori al massimo, di cui uno fortemente caratterizzante in grado di raccontare qualcosa in più sulla propria personalità: che si tratti di una collana con il proprio nome, un anello di famiglia o semplicemente un foulard portafortuna poco importa.
Meglio prediligere tessuti come cotone, una fibra naturale in grado di rendere l’idea di autenticità, una scelta versatile che consente di abbracciare diversi stili, che si tratti dell’outfit da lavoro o quello per l’uscita con le amiche: ogni donna potrà sentirsi sicura di avere trovato la carta vincente per sentirsi al passo con i dettami della moda sfoggiando look di successo a testa alta.
Un look dal ‘successo assicurato

Fonte: Sanihelp.it

Cotton Usa ha svolto, con l’aiuto della dott.ssa Maria Beatrice Toro, un’indagine sull’interpretazione dei codici di abbigliamento. Ecco quindi una breve guida per trovare ‘l’outfit perfetto’. Cotton Usa, marchio che rappresenta il cotone americano, ha condotto una ricerca dedicata allo stile, in tandem con la dott.ssa Maria Beatrice Toro, psicologa cognitiva e docente universitaria. Lo studio identifica cosa rivelano le scelte di abbigliamento che, più o meno consapevolmente, si fanno ogni giorno di fronte all’armadio e svela una brevissima guida basata sulla vestemica. L’outfit perfetto sarebbe quindi composto da un capo protagonista, due colori e tre accessori, di cui uno fortemente caratterizzante. Quest’ultimo può essere una collana con il proprio nome, un anello di famiglia o anche un foulard portafortuna. Sempre secondo la ricerca, un look in cui domina l’eccesso di sovrapposizioni trasmette insicurezza e fungerebbe da effetto corazza per nascondere le proprie fragilità. Lo stile più amato risulta essere quello più semplice, senza eccesso, poiché rimanda all’autenticità e all’affidabilità della persona. Il cotone quindi è un ottimo alleato per interpretare il proprio look creando diversi stili. La fibra naturale dona un effetto genuino e di alta qualità. Il classico jeans abbinato al maglione trasmette l’idea di una donna rilassata, che si accetta completamente. Mentre una tuta, indossata per uscire anche solo per presentarsi dal vicino di casa, ottiene decisa disapprovazione, poiché anche la comodità deve avere un tocco accurato e chic.

Cotton USA: un’indagine sull’interpretazione dei codici di abbigliamento

La Dottoressa Maria Beatrice Toro (psicologa cognitiva, docente universitaria e autrice di numerosi libri) ha curato per conto di Cotton USA uno studio sull’interpretazione dei codici di abbigliamento volto ad identificare cosa rivelano le scelte nel vestire che, più o meno consapevolmente, si fanno ogni giorno di fronte all’armadio.
Abbiamo affidato alla Dott.ssa l’incarico di capire come vengono decodificati look e accessori da parte di donne di livello sociale e culturale medio-alto, per capire quali sono le leve profonde che muovono le loro opinioni e scelte”, chiarisce Stephanie Thiers-Ratcliffe, International Marketing Manager di Cotton USA, il brand che identifica capi di qualità realizzati con cotone americano.
Lo studio (il Focus Group “Personality Matters”) è stato condotto su un gruppo di donne di età compresa tra i 25 e i 45 anni, di fascia sociale medio-­alta, residenti in centri urbani e con titolo di studio medio o elevato.
“Avere consapevolezza dei messaggi non verbali che trapelano dai codici di abbigliamento – di fatto, una maschera sociale – è fondamentale per sapere cosa stiamo comunicando agli altri”, dice la Dott.ssa Toro, “e al tempo stesso ci fornisce chiavi di lettura essenziali per capire la personalità di chi ci sta di fronte andando oltre le parole e gli atteggiamenti esplicitati. Si tratta della vestemica, o in altri termini “dimmi come vesti e ti dirò chi sei””.
Un look in cui domina la complessità e l’eccesso di sovrapposizioni, come quello citato in apertura, trasmette insicurezza – il classico effetto “corazza” per nascondere le proprie fragilità. Invece, la semplicità complessiva degli abbinamenti, intesa come essenzialità e assenza di inutili fronzoli, è lo stile più amato, che ottiene ampio consenso perché vi si legge l’autenticità della persona e l’affidabilità di chi la manifesta. Solo chi sente un bisogno profondo di apparire a tutti i costi, talvolta inconfessato anche a se stessa, non apprezza la semplicità.
E se la scelta cade su un look chiaramente votato alla comodità, il classico jeans e maglioncino con calzine in cotone…cosa ne penseranno gli altri? Secondo lo studio l’effetto complessivo è quello di una donna rilassata, che si accetta completamente, anche se il limite con l’effetto trasandatezza è dietro l’angolo. Tanto che indossare un outfit ancora più comodo – come una tuta – per uscire, anche solo per presentarsi dal vicino di casa, ottiene decisa disapprovazione. Anche la comodità deve avere un tocco accurato e chic, se trapela trascuratezza diventa deprimente.
Le personalità di indipendenti e trascinatrici si rivelano tra tutte quelle più accurate nella scelta dei materiali, sia attraverso l’attenzione ai materiali nuovi e innovativi sia attraverso una decisa preferenza per le fibre naturali e di alta qualità. Per capire allora qual è l’outfit perfetto, la Dott.ssa Toro, con Cotton USA, ha elaborato una semplice check list, una guida rapida ed efficace basata sulla vestemica: è la regola 1-2-3 del look. 
Un capo protagonista – Due colori al massimo – Tre accessori al massimo, di cui uno fortemente caratterizzante. L’accessorio caratterizzante deve essere una vera e propria dichiarazione di personalità, da portare sempre con sé: la collana con il proprio nome, un anello di famiglia o semplicemente un foulard portafortuna.
Sono questi i numeri di base per ottenere un sicuro effetto equilibrato, semplice ma non semplicistico, che creano la percezione di persona accessibile, impegnata, affidabile: insomma, l’immagine che tutte vorrebbero comunicare durante un appuntamento di lavoro, incontrando la futura suocera o per sentirsi la moglie perfetta.
Il cotone, come fibra naturale, risulta un ottimo alleato per ottenere un effetto di autenticità e alto spessore al tempo stesso. La sua versatilità consente di interpretarlo secondo diversi stili personali, ma la scelta stessa di una fibra naturale come il cotone, racconta genuinità e alta qualità.
Supportato dai sette segmenti dell’industria americana del cotone, Cotton USA è il brand globale che rappresenta il cotone americano. Con uffici a Washington, Memphis, Londra, Hong Kong, Seoul, Shanghai, e rappresentanze presenti in diversi mercati, Cotton USA ha un ruolo fondamentale nell’informazione e nella promozione del cotone americano e dei prodotti con esso realizzati in tutto il mondo.

La Necessità dell’Infanzia

Il 21 Novembre, a Roma, durante il convegno “Il bambino e le parole perdute”, il Secondo Centro di Terapia Cognitivo Interpersonale, diretto dalla Prof.ssa Maria Beatrice Toro, ha presentato una recente ricerca condotta su un campione di 120 genitori con figli minori.

I primi risultati dimostrano che i genitori “post-moderni” sono pieni di attenzioni verso i propri figli, pronti al dialogo, ma assolutamente spaesati di fronte alla più difficile tra le sfide: educare i propri figli. I genitori di oggi, teneri e insicuri, sono consapevoli dell’inadeguatezza dei metodi educativi passati, anche se spesso si sentono privi di strumenti alternativi.

L’educazione, sostiene la Prof.ssa, è un concetto che il postmoderno tende a far scomparire, mettendo bambini e adulti sullo stesso piano, protagonisti del medesimo stile di vita, ecco quindi l’importanza del concetto di “necessità dell’infanzia”, ampiamente affrontato e trattato, dalla stessa, nel nuovo libro “La cura psicologica un bambino. Un approccio cognitivo-interpersonale al disagio infantile.”

Sempre attenendoci ai dati dell’indagine è emerso che il 98% dei genitori in difficoltà dice di impegnarsi per comprendere i propri figli, addirittura la totalità di loro è convinta di farlo attraverso il dialogo, mentre il 90% racconta di farlo attraverso il contatto fisico.
Solo il 60% dei genitori coinvolti è sicuro dell’adeguatezza del proprio metodo educativo. E per questo cerca di colmare la propria lacuna col fai da te. L’80% di loro si informa sulle migliori strategie educative attraverso libri e internet. Il 50% si è rivolto almeno una volta nella propria vita a un esperto. Mentre solo il 10% chiede consigli ai propri genitori su come crescere i figli.